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Stato Civile

Lo Stato Civile riguarda l’insieme di fatti e/o manifestazioni di volontà inerenti alla vita del cittadino: nascita, matrimonio, unione civile, morte, divorzio, cittadinanza. La registrazione di tali fatti rientra nella competenza dell’Ufficiale dello Stato Civile, le cui funzioni, all’estero, sono esercitate dagli Uffici consolari.

L’Ufficio di stato civile di questo Consolato si occupa:

  • della ricezione degli atti emessi dalle autorità svizzere della circoscrizione consolare e della trasmissione ai Comuni italiani per la trascrizione;
  • della ricezione delle sentenze e dei provvedimenti emessi dalle autorità svizzere della circoscrizione consolare (es. divorzio, adozione ecc.) e della loro trasmissione alle Istituzioni italiane competenti;
  • della trasmissione delle istanze per il cambiamento del nome o del cognome alle Prefetture competenti;
  • della redazione del verbale di pubblicazioni di matrimonio e dell’affissione on line all’albo consolare;
  • della celebrazione del matrimonio consolare e della costituzione di un’unione civile, sempre che non vi si oppongano le leggi locali. La celebrazione del matrimonio può essere rifiutata quando le parti non risiedono nella circoscrizione consolare. La costituzione dell’unione civile avviene davanti al capo dell’ufficio consolare, competente in base alla residenza di una delle due parti.

I cittadini italiani sono tenuti a dichiarare tutte le variazioni di stato civile (producendo i relativi atti o altra documentazione) che si verificano durante la loro permanenza all’estero all’Ufficio consolare competente per il luogo in cui si è verificato l’evento.

Gli atti di stato civile relativi ad eventi verificatisi all’estero possono essere presentati dagli interessati e da chiunque ne abbia interesse o direttamente al Comune italiano di appartenenza (vedi art. 12, comma 11, DPR 396/2000) o all’Ufficio consolare competente (quello di residenza dell’interessato o quello nella cui circoscrizione gli atti sono stati formati).

Gli atti rilasciati dai Paesi che hanno aderito alla Convenzione di Vienna dell’8 settembre 1976, che prevede il rilascio di un modulo plurilingue, sono esenti da legalizzazione e da traduzione. Tali Paesi sono: Austria, Belgio, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Italia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Moldova, Montenegro, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Turchia. Si segnala che la predetta Convenzione di Vienna  non può essere attualmente applicata  per la Grecia che, sebbene Paese firmatario, non ha ancora provveduto alla relativa ratifica.